Ci sono differenze sostanziali tra un content creator e un influencer. Ma esistono delle differenze tra gli influencer che operano su social media diversi? Ovviamente sì, scopriamone alcune.
In principio c’era Myspace. Nato con un solo anno di anticipo rispetto a Facebook ha ottenuto un grande successo nei primi anni Duemila diventando un must per tutti i ragazzi cresciuti negli anni Novanta, trasformandosi in un luogo d’incontro per tantissimi giovani, e meno. Una delle passioni più comuni a tutti gli utenti era la musica, una vera e propria nicchia di interesse. Il social infatti permetteva di caricare file MP3 e ha fatto la fortuna di molti gruppi musicali in Italia e nel mondo.
Ma cosa c’entra Myspace con il mondo degli influencer? Myspace è stato un proto-social, uno di quei luoghi leggendari di cui ci si ricorda con nostalgia, l’incarnazione dei bei vecchi tempi che non torneranno. Un luogo dove tutto era più innocente, dove alcuni influencer hanno mosso i primi passi, dove i blogger hanno esplorato nuovi modi di raccontare e raccontarsi. Poi è arrivato Facebook e tutto è cambiato.
Quali sono le differenze tra un social e un altro? Le differenze sono molteplici dall’aspetto grafico, alla predominanza di un contenuto rispetto ad un altro (fotografia, video, testo) fino allo stesso linguaggio che si utilizza (pensate a com’è diverso dover comunicare un concetto i soli 140 caratteri rispetto al non avere limiti). Gli influencer che lavorano su queste piattaforme avranno per forza utenze, linguaggi espressivi, creatività e originalità diverse necessariamente diverse. E se sei alla ricerca di un influencer per il tuo prossimo programma di influencer marketing è necessario conoscere le differenze che corrono tra i vari social media.
Tra i primi social network a nascere Facebook è tuttora quello con il maggior numero di utenti attivi, ha superato lo scorso maggio i 2.2 miliardi di utenti. Nonostante questi numeri però il mondo degli influencer a è particolare. Sono pochi gli influencer originari della piattaforma, infatti Facebook viene prevalentemente utilizzato da molti come una grande vetrina dove condividere i propri contenuti, spesso creati su piattaforme diverse.
Nella prima metà degli anni Duemila abbiamo assistito ad una prima onda di influencer identificati allora nella figura del blogger (la stessa Ferragni ha iniziato la sua carriera come blogger con il suo The Blonde Salad per passare in un secondo tempo ad Instagram). Con l’aumentare del successo di YouTube, al blogger si aggiungono i vlogger, che operavano nello stesso modo dei colleghi ma invece di utilizzare testi scritti e immagini statiche parlavano di fronte alla macchina da presa. Per entrambi, blogger e vlogger, Facebook era un nuovo canale di distribuzione dei propri contenuti che però nascevano su medium diversi.
Oggi con l’avvento e la specializzazione degli altri social sul mercato, Facebook rimane un canale di distribuzione ibrido che fatica a trovare un suo pubblico di riferimento. Per questo negli ultimi mesi sta facendo di tutto per promuovere nuovi modi di rapportarsi con i creator spingendoli ad utilizzarlo come piattaforma di preferenza.
Facebook è il canale giusto per chi produce contenuti eterogenei per natura e che vuole parlare al maggior numero di persone in assoluto nel panorama dei social.
Sebbene ci abbia messo diverso tempo a raggiungere una piena consapevolezza da parte del suo pubblico, YouTube è da considerarsi un vero e proprio Social Network e anzi è quello di maggior successo per numero di utenti attivi dopo Facebook (siamo attualmente a quota 1.8 miliardi). Nasce come piattaforma per la condivisione video nel 2005 e fin da subito viene sfruttato dai suoi utenti per raccontare la propria quotidianità. Pensiamo che il primo video “Me at the Zoo” di Jawed Karim (uno dei co-fondatori della piattaforma) non è altro che una ripresa fatta da davanti una gabbia dello zoo con Jawed che parla alla camera. Quello che oggi chiameremo semplicemente vlog.
Oggi su YouTube troviamo influencer di ogni forma e dimensione: dalle influencer specializzate nel mondo beauty ai gamer, da chi presenta tutorial DIY per fare un armadio a chi insegna a dipingere, dai bambini star al mondo dal fashion, travel e food. YouTube è quindi uno dei più importanti canali di creazione e distribuzione di contenuti originali in formato ovviamente video.
YouTube è il canale perfetto per chi non ha paura di mettersi di fronte ad un obiettivo e parlare al suo pubblico. Ci vogliono grandi doti comunicative, spigliatezza e tanta, tanta creatività, altrimenti i video di gattini che giocano e bambini che cadono saranno la vostra nemesi.
Twitter nasce da un fallimento. I suoi creatori, Jack Dorsey, Noah Glass, Biz Stone ed Evan Williams dovevano infatti trovare una nuova idea per soppiantare il progetto di una piattaforma per la gestione di podcast dopo l’annuncio di Apple di una funzionalità simile su iTunes nel 2006. In pochi mesi sviluppano twttr, prima versione del social basata sull’idea di portare la messaggistica istantanea degli SMS su desktop.
Al centro di Twitter c’è ovviamente la scrittura. Per più di undici anni infatti la piattaforma ha fondato il suo successo su tweet della lunghezza massima di 140 caratteri per passare solo nel settembre 2017 a tweet del doppio della lunghezza.
Ovvio che la tipologia di influencer presenti sulla piattaforma sia diversa dagli altri social: in primis possiamo trovare molte celebrity con cui comunicare diventa più semplice, infatti basta inserire la loro tag nel nostro tweet e il messaggio gli arriverà (che poi rispondano è tutta un’altra storia). Da Stephen Colbert a Stephen King, da Kayne West a Ryan Gosling, da Obama a Donald Trump, la scelta di celebrity a cui scrivere è quasi infinita.
Su Twitter possiamo anche trovare molti content creator che giocano con l’ironia per catturare l’attenzione (140 caratteri erano ovviamente uno dei limiti da superare e acume e ironia sicuramente attirano l’attenzione del pubblico come non mai). Dall’account di Dio(fondatore e CEO dell’Universo) a quello di Genio78 passando per Pinna, il sorriso in 280 caratteri è assicurato.
Twitter è il canale perfetto per chi è già una celebrità. Se non lo siete meglio affinare le proprie abilità di scrittori per riuscire a catturare l’attenzione in pochi caratteri, altrimenti il tweet di Dio vi supererà in pochi secondi oscurandovi completamente.
Instagram si è imposto negli ultimi cinque anni come uno dei social media con la crescita maggiore in numero di utenti riuscendo a superare il miliardo a metà giugno (raccogliendo più di 200 milioni di nuovi iscritti in poco più di sei mesi). Grazie all’approccio visivo è riuscito più di tutti gli altri social a trovare la propria identità in tempo molto breve.
Questo è ovviamente il canale in cui gli influencer sguazzano. Fotografie accattivanti, corpi scolpiti, curve da capogiro sono alcuni dei contenuti che vediamo quotidianamente nel nostro feed. Ma non sono gli unici, qui possiamo trovare la più grande selezione di influencer attivi sul mercato con un’eterogeneità di contenuti incredibile.
Con l’attenzione del pubblico che si è affermata negli ultimi anni tra i 5 e gli 8 secondi le immagini per catturare l’attenzione devono essere belle e raccontare qualcosa. Ecco che su Instagram si è evoluto il concetto di storytelling visivo, le foto devono raccontare qualcosa al pubblico e questo qualcosa spesso deve essere di natura personale. La gente è interessata a seguire persone che sente vicine, quasi come degli amici, per questo gli influencer migliori riescono a costruire delle relazioni molto forti e intime con i loro follower. Per questo per loro la coerenza è una delle caratteristiche più importanti.
Instagram è il canale per chi ama la fotografia e ama mettersi di fronte ad un pubblico vasto e consapevole di ciò che vuole. L’account di un influencer su Instagram deve avere un’identità molto forte ed essere capace di comunicare direttamente con gli utenti. Su Instagram la falsità non paga, soprattutto ora che la guerra a fake follower, bot e account falsi è iniziata.
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