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Gli spot del Superbowl, tra celebrity endorsement ed employee advocacy

25 Feb. 2019

Febbraio è sinonimo di Superbowl che, per quanto evento tipicamente americano, sta guadagnando sempre più consensi nel mondo. L’evento supera in ogni edizione i 100 milioni di spettatori tra TV e servizi digitali, e sebbene quest’anno si sia registrato il numero minimo di spettatori dal 2008 su TV, solo 98 milioni, quelli che hanno visto l’evento sportivo via streaming sono stati 2.6 milioni, segnando il nuovo record positivo.

Ma oltre al fatto di essere la partita di chiusura dei playoff del campionato NFL americano, il Superbowl è importante soprattutto per la qualità dell’advertising che va in onda nelle numerose pause pubblicitarie come pure per i trailer dei maggiori film della stagione che vengono presentati sempre negli intermezzi pubblicitari.

Come si posiziona in questo evento l’influencer marketing? Scopriamolo insieme.

Celebrity Endorsement

Dal momento che gli spot del SuperBowl sono spot per un media tradizionale come la TV non fanno molto uso di Influencer veri e propri (ovvero quelli nati sul web) ma è più comune affidarsi alle celebrità per attività di testimonial ed endorsement. Gli spot del Superbowl sono quindi infarciti di star del mondo di Hollywood come pure dello sport e della moda. Chi non vuole vedere Jason Bateman selezionare il piano in un ascensore infernale per Hyundai, oppure Steve Carrell e Cardi B parlare di come sia “more than Ok” una Pepsi?

Ecco una selezione dei migliori spot con celebrità del Super Bowl 2019.

Stella Artois - "Change Up The Usual"

Due celebrità, Sarah-Jessica Parker e Jeff Bridges, che interpretano i loro iconici personaggi, la giornalista e scrittrice Carrie Bradshaw di “Sex & the City” e il Drugo (o Dude per che lo ha visto in inglese) de “Il Grande Lebowsky”. Due personaggi noti per il loro amore per due caratteristici cocktail, il Cosmopolitan e il White Russian.

La pubblicità delle birra belga parte dallo scardinamento delle sicurezze, ovvero i due personaggi che al posto dei loro cocktail ordinano una Stella Artois (con due pronunce ben diverse) scatenando il panico nel loro ristorante. Questo cambiamento è fatto però con l’obiettivo di porre fine alla crisi dell’acqua grazie all’organizzazione No Profit, Water.org, infatti l’azienda belga ha sviluppato la campagna "Change Up The Usual" per sensibilizzare sulla mancanza d’acque in molte aree del mondo e con l’obiettivo di donare del denaro per ogni birra comprata fino 2 milioni e mezzo. Come dice il Drugo “Changing can do a little good”.

Pepsi - “More than OK”

Da sempre il principale competitor di Coca Cola, quest’anno si presenta da sola al SuperBowl con uno spot che cita apertamente la marca avversaria per lanciare il messaggio che Pepsi è “more than OK”. Non solo un’alternativa quando non c’è la Coca ma qualcosa di più, qualcosa di bello come “i cuccioli”, “le stelle cadenti”, “la risata di un bambino”.

Grazie all’entrata strabiliante di tre celebrity, l’attore Steve Carrel, il rapper Lil Jon e la cantante Cardi B, lo spot diventa sempre più esagerato nella vendita di Pepsi per scatenare nel cliente (sia quello protagonista del video che quello a casa che guarda lo spot) l’irrefrenabile voglia di una Pepsi. Per aumentare inoltre l’impatto dello spot Pepsi ha reso disponibili sul suo canale YouTube dei video con protagonisti singolarmente le tre star, potenziando così l’impatto della campagna e il legame con il pubblico.

Hyundai - The elevator

Lo spot di Hyundai è estremamente divertente, se non si è vegani… Altrimenti c’è l’alto rischio di sentirsi offesi invece che rappresentati. Infatti nello spot della marca automobilistica coreana vediamo l’attore e regista Jason Bateman, fare da operatore per un infernale ascensore che porta i suoi occupanti verso piani con indicibili torture come i denti del giudizio, gli obblighi da giurato popolare o il famigerato posto di mezzo su di un volo aereo. Pena finale sarebbe stato l’acquisto di una nuova automobile che, grazie al servizio Shopper Assurance di Hyundai, si trasforma da viaggio infernale ad esperienza paradisiaca.

 

L’errore di comunicazione che Hyundai ha commesso è stato l’inserimento tra tutte le pene del “vegan dinner party” che ha giustamente scatenato le ire di quel pubblico. Sebbene ad un pubblico onnivoro questa festa possa sembrare effettivamente una tortura la fetta di spettatori vegani e vegetariani si è decisamente arrabbiata commentando negativamente lo spot su molteplici canali social e spingendo a boicottare il brand. Quando si dice di fare attenzione al proprio pubblico.

Doritos - #NowItsHot

Doritos non è nuova allo sviluppo di spot iper-creativi e spesso esilaranti per il Super Bowl. Quest’anno non è da meno e va a coinvolgere il rapper Chance e nientepopodimenoche i Backstreet Boys. Colonna portante, oltre che sonora, dello spot è la canzone del 1999 della band, “I want it that way”.

 

Il messaggio non troppo velato della campagna è che puoi avere i nachos Doritos in ogni modo tu li preferisca, anche piccanti, ma la forza dello spot sta ovviamente nell’’effetto nostalgia nineties che si ottiene con l’apparizione dei Backstreet Boys (usciti con un nuovo album e in procinto di partire per un tour mondiale). Nachos, ironia e tanta nostalgia, non c’è modo migliore per vendere un prodotto.

People Endorsement

Invece di affidarsi alle celebrità alcuni brand hanno invece scelto di lavorare a stretto contatto con la base dei propri utenti, che siano impiegati come nel caso di KIA, utenti del motore di ricerca più famoso del mondo nel caso di Google e clienti con bisogni speciali per Microsoft. Si passa così dalla employee advocacy alla customer advocacy intercorrendo una distanza minore tra utente finale e brand.

KIA - The Great Unknowns

Mentre le altre aziende spendono milioni per avere l’endorsement di importanti celebrità KIA decide di mettere in primo piano non i testimonial ma le persone. Quelle persone che ogni giorno costruiscono le loro macchine negli Stati Uniti. Unendo così un sano nazionalismo americano ad una forte componente emotiva, dalla voce dolente del ragazzino protagonista possiamo percepire le difficoltà che queste persone affrontano ma anche la forza necessaria a superare ogni ostacolo.

“We are not famous but we are incredible and we make incredible things”, un claim che fa leva sulla normale straordinarietà dei suoi impiegati, persone comuni capaci di costruire oggetti incredibili.

Google - 100 billion words

Con questo spot Google riesce a trasformare il mondo intero in un suo portavoce, volenti o nolenti abbiamo tutti utilizzato Google, le nostre ricerche hanno contribuito a quei 100 miliardi di termini di ricerca che sono stati fatti in un anno. Ecco che grazie ai database di Google si sviluppa un video emozionale che mette al centro le keyword più ricercate al mondo: “Thank you” e “I love you”.

Microsoft controller - “He’s not different when he plays”

La disabilità è un ostacolo per giocare ai videogiochi? Sebbene molte persone non ci pensino oppure non ci fanno caso, la risposta è sì. Anche giocare ai videogiochi è difficile per le persone disabili. Microsoft ha trasformato le necessità di ragazzi e ragazze disabili di tutto il mondo nell’opportunità di fare qualcosa di importante: creare un controller che possa essere utilizzato da tutti e che si adatti alle disabilità permettendo di avere un’esperienza il più vicina possibile a quella di tutti gli altri ragazzi e adulti che giocano.

Grazie ad un copy da urlo, “He’s not different when he plays” e ad un messaggio sociale utile e necessario, questo spot riesce a posizionare il brand Microsoft in posizione di vantaggio rispetto ai diretti competitor Sony e Nintendo, proprio grazie alla presa di posizione verso una situazione sociale spesso ignorata dalle grandi game company.


Non perdete il prossimo Best of the Month, scopriremo cosa ci presenterà il mese di Marzo. Nel frattempo se sei interessato a scoprire le potenzialità del social influencer marketing, vuoi iniziare un programma con la nostra media company oppure sei semplicemente curioso, non esitare a contattarci cliccando qui sotto.